~GB - Girls and Boys Forum.

Tesina sul "Buco dell'ozono", Help, please!!!!!!!!

« Older   Newer »
  Share  
-DeDe4EvEr-
view post Posted on 19/4/2006, 15:17 by: -DeDe4EvEr-     +1   -1




Hola raga!!! Allora..km ben sapete qst anno ho gli esami d 3° media..e dmn devo portare la tesina d scineze sul "Bucod ell'ozono" (Anke se avrei prefetio farla sul buco del cervello della prof..vabbè..)
L'ho ftt metà..xò nn ho inserito nè img, nè nnt altro..Se la posto qui e voi m dite s potrebbe andar bn? VI PREGOOOO..I AM DESPERATE!!!!!! Grazie DeDe



IL BUCO DELL’ OZONO


Che cos’ è l’ozono?

L’ozono è una forma particolare di ossigeno: è ossigeno triatomico, ossia un gas le cui molecole sono formate da tre atomi La formula chimica dell’ozono è quindi O3 mentre quella dell’ossigeno ordinario è O2. Questo gas è conosciuto fin dall’antichità ma solo in tempi recenti sono state accertate la sua vera natura e la sua formula chimica.
La particolare struttura della molecola di ozono rende questo gas adatto a catturare la maggior parte delle radiazioni ultraviolette che giungono dal Sole. La radiazione solare, è ricca di raggi ultravioletti di alta energia e l’ozono, assorbendoli, impedisce che una radiazione tanto pericolosa per noi, ma anche per tutti gli altri esseri viventi, raggiunga la superficie della Terra.
L'ozono (O3) si forma in modo del tutto naturale nell'atmosfera: viene creato quando la radiazione ultravioletta proveniente dal Sole colpisce la stratosfera, spezzando le molecole di ossigeno (O2) in atomi (O). L'ossigeno atomico si ricombina velocemente con le molecole di ossigeno circostanti, formando ozono.
Al livello del suolo l'ozono è un pericolo in quanto rappresenta il principale costituente del cosiddetto smog fotochimico. Nella stratosfera, però, è molto utile perché assorbe una parte della radiazione ultravioletta (UV), potenzialmente dannosa. L'ozono assorbe la radiazione UV, senza peraltro distruggersi.

Le cause del buco

Alcuni scienziati ritengono che il buco dell’ozono sia un fenomeno del tutto naturale legato alle particolari condizioni meteorologiche delle zone polari.
In realtà si è scoperto che sopra l’Antartide la circolazione atmosferica è organizzata come un gigantesco vortice: vi è cioè una massa d’aria isolata dal resto dell’atmosfera che circola, per gran parte dell’anno, intorno al polo australe. Nella tarda primavera, però, il vortice si rompe permettendo un rapido afflusso di aria ricca di ozono proveniente dalle zone tropicali. Quest’aria che viene da nord è più ricca di ozono perché nelle zone calde la formazione di questo gas è favorita dalla radiazione solare più intensa.
Altri scienziati, al contrario, ritengono che il fenomeno del buco dell’ozono sia di origine umana, ossia causato da sostanze inquinanti lasciate nell’aria dall’uomo come i clorofluorocarburi, comunemente detti CFC.
L’ozono si forma, infine, anche al livello del suolo ma questo è un fatto tutt’altro che positivo: l’ozono presente al suolo è un pericolo per la salute, soprattutto perché dannoso per l’apparato respiratorio, ma anche perché produce emicrania, nausea e altri disturbi del sistema nervoso.
Come si vede, facciamo le cose al contrario, immettiamo ozono nella bassa atmosfera dove è dannoso alla salute e lo distruggiamo là dove invece è indispensabile. Non bisogna pensare però che l'aumento dell’ ozono prodotto al livello del suolo dalle autovetture possa raggiungere l’alta atmosfera per reintegrare le perdite: la molecola di ozono infatti è estremamente instabile e a contatto con i corpi solidi si spezza.

Il problema dei CFC

I clorofluorocarburi sono dei composti sintetizzati per la prima volta nel 1930 rappresentarono, a quel tempo, un vero successo industriale per le loro particolari caratteristiche. Questi composti infatti sono stabili e inerti, non sono tossici, non sono infiammabili, ed è facile liquefarli per poi farli tornare alla stato gassoso: il che li rende utilizzabili per raffreddare gli ambienti. Dopo la seconda guerra mondiale il CFC-12, venne utilizzato in modo massiccio nella costruzione dei frigoriferi e per tale motivo assunse il nome commerciale di Freon. Nel corso degli anni la famiglia dei CFC si arricchì sempre di più e con essa si allargarono gli usi di questi prodotti. Il CFC-11 si rivelò adatto alla costruzione di isolanti termici molto usati nelle abitazioni e, insieme al capostipite CFC-12, fu impiegato come propellente nelle bombolette spray. Il CFC-13 è un solvente impiegato nell’industria elettronica per rimuovere minuscole impurità dalle piastrine di silicio. A causa della loro stabilità questi composti hanno infatti vita lunghissima che si stima fra i 75 e i 100 anni, e quindi hanno tutto il tempo, una volta usciti dai vecchi frigoriferi o dalle bombolette spray, di disperdersi nell’ambiente e salire, grazie alla loro bassa densità, fino a raggiungere le quote più alte dell’atmosfera. Qui i raggi ultravioletti ne spezzano le molecole liberando l’atomo di cloro che dà inizio ad una serie di reazioni che terminano con la scomposizione delle molecole di ozono.

La soluzione del problema

Molti dei danni causati da sostanze prodotte dall’uomo sono eliminabili con opportuni accorgimenti di natura tecnologica e quindi in pratica riducibili a livelli piuttosto bassi, grazie a modifiche dei processi produttivi e di utilizzo. La cosa deve valere, ovviamente, anche per i CFC. Cosa possiamo fare per limitare i danni prodotti dal cloro? Innanzitutto eliminare dal mercato i clorofluorocarburi che sono i principali fornitori del micidiale elemento. Certo, non è possibile dall’oggi al domani rinunciare ad un prodotto tanto indispensabile per l’industria senza prima avere provveduto alla sua sostituzione con qualche cosa di simile e meno pericoloso. In realtà sono già stati realizzati dei prodotti sostitutivi dei CFC con meno cloro nella molecola ed altrettanto efficaci, ma questi nuovi prodotti, molto costosi, contengono ugualmente una parte, seppur minima, di cloro.


It's ok???
 
Top
15 replies since 19/4/2006, 15:17   3830 views
  Share