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Afghanistan,"verifica su sicurezza"

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19cucciolotta84
view post Posted on 15/7/2009, 09:58     +1   -1




"Il peggior timore che avevamo, purtroppo, si è verificato": lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, commentando la morte del caporalmaggiore Alessandro Di Lisio in Afghanistan. "Quanto è accaduto impone un'ulteriore riflessione sui mezzi e sulle attrezzature e conferma la pericolosità di questa fase", ha spiegato La Russa anticipando gli argomenti che affronterà giovedì 16 luglio nella sua informativa alla Camera.

"Ho riferito le informazioni in mio possesso - ha spiegato il ministro - e cioè che vi è stata una esplosione di intensità maggiore a quelle che si sono verificate nelle settimane precedenti e che ha causato, nonostante i soldati fossero all'interno del Lince che finora aveva protetto efficacemente i militari, la morte del nostro caporalmaggiore e il ferimento di altri tre soldati, di cui uno in maniera più seria".

Dunque, un innalzamento del livello di scontro, che alla Difesa era bene noto e di cui - come ha ammesso La Russa - si temevano le possibili conseguenze. "Questo - ha detto - era il peggior timore che avevamo, ovvero che potesse aumentare a dismisura la potenza degli ordigni esplosivi in modo da provocare danni anche ai soldati all'interno di mezzi considerati sicuri".

"Ma tutto ciò - ha assicurato il ministro - non cambia la natura della nostra missione che è, e resta, di sostegno al popolo, al governo e all'esercito afgani: questo non è solo il volere del nostro Governo, ma anche l'indicazione che viene dai ragazzi e dalle ragazze con le stellette che fanno il loro lavoro bene, con dedizione, consapevoli dei rischi che corrono".

Di Lisio torna in Italia, militari feriti a Kandahar
La salma del primo caporalmaggiore Alessandro Di Lisio sarà rimpatriata mercoledì in Italia. Lo hanno riferito fonti del contingente italiano ad Herat. I tre militari rimasti feriti nello stesso attentato, invece, si trovano sempre ricoverati in ospedale, ma non più in quello americano da campo di Farah, dove erano stati trasportati subito dopo l'esplosione, bensì a Kandahar.

 
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